“Uno solo è il Padre vostro, quello celeste e uno solo è la vostra Guida, il Cristo.” Adorazione eucaristica del 2 novembre 2023
La violenza del linguaggio che Gesù adopera verso quei farisei che si erano seduti sulla cattedra di…
La violenza del linguaggio che Gesù adopera verso quei farisei che si erano seduti sulla cattedra di Mosè può sorprendere, a prima vista, ma è proporzionata alla gravità dello stravolgimento della vita religiosa che essi avevano provocato. Il rimprovero più sferzante che Gesù rivolge loro è quello dell’ipocrisia.
Canto Spirito Santo – Segno: dieci cristiani depositano le loro maschere davanti all’unico Maestro
+ Dal Vangelo Mt 23,1-12 In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato». Parola del Signore. Riflessione
Pausa di Silenzio – Canto – segno: vengono portati fiori bianchi (gigli) simbolo di purezza e verità
L’ipocrisia ha impedito al popolo giudaico di varcare la soglia che doveva portarlo al riconoscimento del vero Messia. È un pericolo che corre anche il popolo cristiano: di snaturare il volto stesso del regno di Dio. I cristiani non sono preparati più dei Giudei contro il rischio dell’ipocrisia, perché l’orgoglio sottile, da una parte, e una certa inerzia spirituale dall’altra, continuano a lavorare in mezzo a loro. E’ un’ipocrisia insita in fatti e in comportamenti poco chiari e decisi.
Tutti Dal Salmo 130: Rit. Custodiscimi, Signore, nella pace.
Signore, non si esalta il mio cuore né i miei occhi guardano in alto; non vado cercando cose grandi né meraviglie più alte di me. Rit. Custodiscimi, Signore, nella pace.
Io invece resto quieto e sereno: come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me l’anima mia. Rit. Custodiscimi, Signore, nella pace.
Israele attenda il Signore, da ora e per sempre. Rit. Custodiscimi, Signore, nella pace.
1L. Gesù propone due questioni di fondo per la nostra vita; la prima: essere o apparire, essere persona autentica o fare il personaggio; la seconda: quale motivazione di fondo guida la tua vita, se agisci solo per te, per il tuo interesse, o per un servizio alla vita. Queste due questioni sono fondamentali per una vita autentica, felice e piena di senso. La severità di Gesù non è mai contro la nostra debolezza, di chi vorrebbe ma non ce la fa: è contro l’ipocrisia.
2L. Verso la nostra debolezza si è sempre mostrato premuroso. Gesù non sopporta gli ipocriti: «Legano pesi enormi sulle spalle delle persone, ma loro non li toccano neppure con un dito». Ipocrita è il moralista che impone leggi dure per gli altri; anzi, più fa la legge dura, più si sente nella verità e vicino a Dio. Invece è vicino solo all’amore per se stesso e per il potere sugli altri.
3L. Ipocrita non è soltanto uno peccatore come tanti altri, ma è uno che vuole sembrare buono, e con la sua falsa virtù fa sì che gli uomini non credano più neanche alla virtù autentica. «Ipocrita» è una parola greca, che in origine significa attore, uomo di teatro, uno che recita, che fa finta, che tutte le cose le fa per essere ammirato dalla gente e si compiace dei primi posti, dei saluti nelle piazze, degli applausi… Recita nella vita, è un personaggio e non una persona.
4L. La seconda questione di fondo del Vangelo di oggi: Gesù mostra un altro errore che svuota di senso, che rovina la vita, ed è l’amore per il potere. Non fatevi chiamare maestro, dottore, padre, come se foste superiori agli altri. Voi siete tutti fratelli. Ma questo a Gesù non basta, passa a un secondo capovolgimento e dice: «Il più grande tra voi è colui che serve». Ma servire che cosa? Servire la vita in tutte le sue forme, prendersi cura, custodire, coltivare la creazione in tutte le sue più piccole creature.
Tutti: Signore Gesù, noi ti ringraziamo perché la Parola del tuo Amore si è fatta corpo donato sulla Croce, ed è viva per noi nel sacramento della Santa Eucaristia. Fa’ che l’incontro con Te entri nella profondità dei nostri cuori e brilli nei nostri occhi perché siano trasparenza della Tua carità. Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucaristia continui ad ardere nella nostra vita e diventi per noi santità, onestà, generosità, attenzione premurosa ai più deboli. Rendici amabili con tutti, capaci di amicizia vera e sincera perché molti siano attratti a camminare verso di Te. Venga il Tuo regno, e il mondo si trasformi in una Eucaristia vivente. Amen.
Canto – segno «Il più grande tra voi è colui che serve», la corona di spine, i chiodi e la croce diventano simbolo della regalità di Gesù, insieme a tre lampade
5L. In tutto il Vangelo di Matteo non si trovano parole più dure e taglienti di queste. Gesù vuole smascherare definitivamente l’incoerenza e i fragili desideri di potenza e di apparenza degli scribi e dei farisei. È importante sottolineare che noi leggiamo queste pagine del Vangelo non per ricordarci di quanto erano brutti e cattivi i poveri farisei, ma per smascherare il piccolo fariseo che c’è in noi. Sono sostanzialmente due i rimproveri che Gesù muove verso gli scribi e i farisei: l’incoerenza e il desiderio di apparire.
6L. La prima frecciata di Gesù vuole smascherare un doppio sistema di misura: esigenti con gli altri, indulgenti con se stessi. Doppiezza e incoerenza trasgrediscono il dovere della testimonianza, sono una grossa menzogna verso se stessi e verso Dio. Il secondo rimprovero vuole invece smascherare la ricerca di sé stessi che sta all’origine delle pratiche finto-religiose degli scribi e dei farisei. Gesù colpisce duro: “Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente”.
7L. Scribi e farisei sono malati di vanità e fanno della religione il loro palcoscenico. Ogni occasione è buona per mettere in mostra la loro presunta religiosità: i posti d’onore nei banchetti, i primi posti nella sinagoga, gli ossequi della gente nelle piazze. Gesù ridicolizza anche l’esasperata attenzione ai filatteri e alle frange, segni esteriori che dovrebbero richiamare l’osservanza della legge, ma che per loro sono solo occasione per mettersi in mostra e per attirare l’attenzione. Scribi e farisei vogliono attirare l’attenzione su sé stessi, si fanno chiamare “rabbì” dalla gente, ma sono falsi maestri, incoerenti e vanitosi, usano la religione per mantenere il loro potere.
8L. Gesù fa una proposta chiara ai suoi discepoli: scegliere Lui come unico Maestro. Nelle parole di Gesù c’è una certezza che si fa largo: scegliere Lui, e solo Lui, perché questa presenza riempie la vita, colma ogni desiderio e ci lancia verso la felicità. Quella vera. Coraggio! Abbandoniamo i terreni scivolosi e sterili dei falsi maestri e lasciamo conquistare il cuore da Cristo! Scopriremo che con Lui la nostra vita può cambiare e che il Vangelo è un annuncio di gioia.
Tutti: Non sono degno, Signore, che tu entri nella mia casa. Vedi bene che c’è del disordine. Non è pronta ad accoglierti. Avrei voluto per te un ambiente più ospitale e prepararti qualcosa di gustoso, per trattenerti. Sono impreparato e perciò ti confesso: non son degno che tu entri! Mi piacerebbe tanto che, come facesti una volta con Zaccheo, tu dicessi anche a me: «oggi devo fermarmi a casa tua». Non ardisco sperarlo, non oso domandarlo. Vedi, Signore: la porta è aperta, ma la casa non è pronta! Almeno così a me pare. E a te? Rimaniamo, ad ogni modo, a parlare un po’ sull’uscio. È bello ugualmente. Ho delle cose da dirti. Ho, soprattutto, bisogno di ascoltare tante cose da te. Quante vorrei udirne dalla tua bocca! Ne ha bisogno il mio cuore ferito. Parla, allora, Signore. Ti ascolto. La tua Parola è vita per me. Vita eterna. Amen.
Meditazione – Segno: sulla rete (sulla tua parola getterò le reti) vengono posti (la nostra) un’ancora, un (il nostro)faro e una cattedra/ barca insieme a tre lampade, simboli che Gesù è l’unico maestro
Canto: Tantum Ergo Tantum ergo Sacramentum Veneremur cernui Et antiquum documentum Novo cedat ritui Praestet fides supplementum Sensuum defectui. Genitori Genitoque Laus et jubilatio Salus, honor, virtus quoque Sit et benedictio. Procedenti ab utroque Compar sit laudatio.
V Hai dato loro il pane disceso dal cielo. R Che porta con sé ogni dolcezza.
Preghiamo: Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo corpo e del tuo sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Acclamazioni: Dio sia benedetto. Benedetto il Suo Santo Nome. Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo. Benedetto il Nome di Gesù. Benedetto il suo Sacratissimo Cuore. Benedetto il suo Preziosissimo Sangue. Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell’altare. Benedetto lo Spirito Santo Paraclito. Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima. Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione. Benedetta la sua gloriosa Assunzione. Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre. Benedetto San Giuseppe suo castissimo sposo. Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
Canto – Si distribuiscono frasi del vangelo da meditare e mettere in pratica