GUARÍ MOLTI – Lectio Divina martedì 30 gennaio 2024
GUARÍ MOLTI Contesto Marco ci racconta «una giornata» di Gesù, attraverso vari luoghi. Dalla sinagoga, luogo dell´incontro…
GUARÍ MOLTI
Contesto
Marco ci racconta «una giornata» di Gesù, attraverso vari luoghi. Dalla sinagoga, luogo dell´incontro con Dio, passiamo a un ambiente di intimità: la casa di Simone. Qui si realizza un miracolo, che ha un profondo insegnamento: la fece alzare… si mise a servirli. Il potere di Gesù alza l´uomo non per stare bene, ma per servire. Nella piazza, luogo pubblico, Gesù appare come chi ha potere per salvare. Eppure è troppo presto per emettere un giudizio sulla sua persona: gli uomini e i demoni devono stare zitti.
Finalmente, la preghiera nel luogo solitario si trova nell´agenda di Gesù: le dedica tempo. In essa sta il culmine della sua attività e anche la sua fonte. La preghiera estende l´orizzonte della missione: «Andiamo da un´altra parte». Le frontiere di Cafarnao sono soppresse. L´azione di Gesù è sempre più definita dalle due azioni: predicare e cacciare il male.
Dal Vangelo secondo Marco (1,29-39) 29 E, usciti dalla sinagoga, si recarono subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. 30 La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. 31 Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. 32 Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33 Tutta la città era riunita davanti alla porta. 34 Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. 35 Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. 36 Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce 37 e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!». 38 Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 39 E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. Parola del Signore
Meditazione
29-31 Passò la febbre e si mise a servirli Marco, come anche Luca, insiste sul collegamento che Gesù instaura con la sinagoga, che arriva ad essere il luogo privilegiato della sua rivelazione, il luogo del suo insegnamento. Durante la passione, Gesù dirà davanti a Pilato che Egli ha sempre insegnato apertamente, nella sinagoga e nel tempio (Gv 18,20). Ma è anche il luogo delle guarigioni, con le quali Gesù si rivela come il Medico, che cura e salva (vedi Mc 1, 23 e 3,1). All´uscire dalla sinagoga andarono subito alla casa di Simone e Andrea in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era in casa con febbre e immediatamente gli parlarono di lei. Un gesto così semplice com´è quello di avvicinarsi, e prenderla per la mano, realizza il miracolo di guarire questa donna, che non solo ricupera la sua salute, ma la sua capacità di servizio. Mai un rabbino si sarebbe degnato di avvicinarsi a una donna e meno ancora di prenderla per la mano. Gesù rompe gli schemi e realizza alcuni gesti pieni di umanità, misericordia, delicatezza e tenerezza.
32-34 Guarì molti La guarigione nella sinagoga e nella casa della suocera di Pietro si realizzò di sabato. In quel giorno non era permesso spostare barelle e trasportare malati e posseduti. La gente aspetta che cali il sole, quando comincia il nuovo giorno. L´azione di Gesù si sta conoscendo. La gente sta scoprendo in Lui qualcuno dal quale vale la pena andare, anche se gli unici, che realmente lo conoscevano, erano i demoni.Dio non vuole la sofferenza. Gesù assume un atteggiamento attivo di lotta contro il male, alleviando la situazione di oppressi e malati. I demoni sapevano che Gesù era il Cristo; vedevano in Lui tutti i segnali che avevano annunciato i profeti. Però il Signore non lasciava che i demoni parlassero, perché, sebbene dicessero la verità su di Lui, non erano capaci di amarlo.
35-38 Se ne andò a un luogo solitario per pregare Dopo aver curato i malati, Gesù si ritirò di buon mattino a un luogo solitario per pregare. La giornata era cominciata con la preghiera pubblica nella sinagoga, si chiude adesso con la preghiera nella solitudine. La preghiera di Gesù è strettamente unita alla sua missione. Prega nei momenti specialmente delicati e decisivi della sua vita. Si ritira al deserto prima di cominciare la vita pubblica, dedica una notte intera alla preghiera prima di eleggere gli apostoli (Lc 6, 12), prima della domanda decisiva ai discepoli (Lc 9, 18), nella trasfigurazione (Lc 9, 28-29), prima della sua Passione (Lc 22, 39-46)… Gesù aveva bisogno di pregare nei momenti decisivi della sua vita e della sua missione. “Se la sua preghiera ha qualche senso per noi, se è esemplare, è perché prima di tutto ha un senso per lui”. (Duquoc C). “Aveva bisogno di calmarsi, placarsi, consultarsi nella sua intimità per incontrare lì la vicinanza del suo Padre, il senso vero della sua missione, la sua indulgenza con gli uomini, la sua fede nella sua forza di redenzione. E poi tornava dai suoi rinnovato, luminoso e sereno” (Evely L). Alla fuga di Gesù corrisponde la ricerca dei discepoli, che si convertono in interpreti dei desideri della moltitudine.
La frase di Pietro “tutti ti cercano” si può interpretare in due modi: “C´è tanto da fare” e tu te ne stai qui senza fare nulla. In questo caso la posizione di Pietro ha tutte le caratteristiche dell´incomprensione. O, anche, con la sua frase, Pietro vuole invitare Gesù a “raccogliere”, in termini di popolarità, quello che il giorno prima ha seminato con la predicazione e le guarigioni. “Non lasciare scappare l´occasione”. “Approfitta del successo”. In questo senso, la sua posizione si trasforma in tentazione. Cristo rifiuta il suggerimento. Non sa che cosa farsene di questa accettazione entusiasta che si trasforma in alibi per sottrarsi alle esigenze della sequela, del vangelo tradotto in comportamento. Il desiderio di Pietro e dei discepoli non riesce a far tornare Gesù sui suoi passi. Se ne va da un´altra parte. In questo modo, la preghiera non è solo il culmine dell´attività, ma ne è anche la fonte. Il deserto, la solitudine è, per Gesù, il luogo delle decisioni imprevedibili. Un uomo che prega è un uomo che scopre nuovi itinerari. L´autenticità della preghiera è misurata anche dalla sua forza di rischio. O la solitudine del deserto ci fa aprire gli occhi sulla novità, su ciò che non esiste ancora, sulle zone inesplorate del Regno, o si può trasformare nel luogo del riposo e della falsa sicurezza, della pigrizia mascherata di fedeltà. Gli occhi aperti sono quelli che esprimono la differenza tra preghiera come sogno e preghiera come presa di coscienza.
39 Se ne andò a predicare per tutta la Galilea In tutta la regione, normalmente di sabato, Gesù annuncia la vicinanza del regno di Dio al popolo che, rimanendo unito alla istituzione della sinagoga, non sospettava l´esistenza di una alternativa. Annunciare il Regno, evangelizzare, per Gesù come per noi, non è questione di parlare, ma di fare. Bisogna lottare contro il male, sanare, curare, riabilitare i fratelli, mettersi al loro servizio, accompagnare e dare dignità alla vita che, in tutte le sue manifestazioni, è rivelazione della mano creatrice di Dio. Così ha fatto sempre Gesù, unendo l´azione alla parola. Se Cristo non avesse fatto dei miracoli, non si sarebbe creduto nella sua dottrina. Allo stesso modo, chi insegna deve agire con coerenza con ciò che insegna, affinché non si perdano le sue parole.
Alcune domande
Uscendo dalla sinagoga, dove va Gesù?
Cos´ha fatto nella casa di Simone e Andrea?
Cosa fece la suocera di Simone dopo essere curata?
Che cosa fece Gesù dopo il calare del sole?
Chi portarono da lui?
Permise ai demoni di parlare?
Perché no?
Che cosa fece Gesù al mattino presto?
Cosa gli dissero Simone e i suoi compagni quando lo incontrarono?
Cosa risponde Gesù? Cos´è venuto a fare Gesù?
Dopo aver pregato che cosa fece Gesù?