Il Regno è vicino – Lectio Divina III domenica anno B

IL REGNO  E´  VICINO     Contesto Dal deserto Gesù ritorna in Galilea, accompagnato dalla notizia dell´arresto di…

IL REGNO  E´  VICINO    

Contesto

Dal deserto Gesù ritorna in Galilea, accompagnato dalla notizia dell´arresto di Giovanni. Ma c´è anche una buona notizia: il Regno di Dio è arrivato. Affinché il suo annuncio sia effettivo Gesù comincia chiamando alcuni compagni di missione, seguendo la prassi missionaria dei discepoli, che saranno mandati di due in due (Mc 6,7). La dinamica del regno è in linea con il progetto originale della creazione, quando il Signore dice, pensando in Adamo: “Non è bene che l´uomo sia solo” (Gen 2,18). Nella predicazione uno darà la sua testimonianza all´altro, come dice la Scrittura: “…sulla parola di due o tre testimoni” (cfr Mt 18,16; Dt 19,13).

 

Dal Vangelo secondo Marco (1,14-20) 14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: 15 «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo». 16 Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17 Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». 18 E subito, lasciate le reti, lo seguirono. 19 Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. 20 Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono. Parola del Signore

 

Meditazione

14 Gesù se ne andò proclamando la buona notizia

Una cattiva notizia: Giovanni è stato messo in prigione, rimane il vuoto della sua predicazione. Gesù non riempie quel vuoto, cambia il suo modo di fare: lascia il deserto e Giudea e se ne va a Galilea, al nord. Non battezza, ma annuncia il regno. La fine dell´attività del Battista segna l´inizio dell´attività pubblica di Gesù. Comincia una nuova tappa nelle relazioni degli uomini con Dio, che porta il nome di «regno di Dio». Gesù inizia questa missione dalla Galilea, regione lontana dal centro religioso e politico del paese e aperta al mondo pagano. Si presenta come un profeta, trasmettendo da parte di Dio «la buona notizia».

Gli antichi profeti d´Israele avevano annunciato che Dio sarebbe intervenuto nell´organizzazione sociale del popolo per restaurare la giustizia, che i potenti avevano più volte violato. Avevano annunciato che Dio era disposto a mandare un inviato suo per farla finita con il disordine stabilito nel suo popolo. Per questo le dichiarazioni dei profeti suonano, per i responsabili dell´ingiustizia, come denuncia e minaccia; per le loro vittime, invece, sono annuncio di liberazione e felicità e speranza (vedere, per esempio, Is 9,1-6; 11,1-9; 42,1-9; 49,1-13; 50,4-51,8; Gr 23,1-7; Ez 34;Sal 72).

 

15 Convertitevi e credete nel vangelo

Marco riassume l´intero contenuto della predicazione di Gesù in questi due momenti: il regno di Dio è cominciato e di fronte al regno di Dio non rimane altro da fare che convertirsi, accoglierlo e accettarlo con fede. Predica, quindi, la conversione come cambiamento di rotta, non rimanere dove si è e come si è. Però non insiste tanto, come Giovanni, nella conversione dal peccato per paura del castigo (1,4), ma nella conversione alla buona notizia (al vangelo) già presente. La buona notizia annuncia che si apre ormai la possibilità di una società nuova e giusta, degna dell´uomo. L´alternativa che Dio propone all´umanità (aspetto sociale del regno di Dio, la nuova terra promessa) esige come condizione la rinuncia all´ingiustizia da parte dell´uomo (punto di partenza: convertitevi) e la fiducia che quella meta può essere raggiunta (punto d´arrivo: credete). Convertirsi significa accettare il mondo dei giudizi e dei valori di Gesù, la sua idea di felicità e le sue esigenze di vita: accogliere nel proprio interiore una mentalità nuova, che è quella di Gesù, il Cristo… Una conversione che fosse solo un cambiamento intellettuale, o una conversione che solo toccasse le zone della sensibilità e del sentimento religioso, o una conversione che unicamente modificasse la relazione dell´uomo con sé stesso nel piano dell´etica, non sarebbe, in nessun modo, la conversione evangelica.

 

16-17 Erano pescatori. Gesù disse loro: «Venite con me»

Il mare di Galilea è lo scenario della prima fase del ministero di Gesù. Lago messo tra le montagne, a 208 metri sotto il livello del mare, lungo 21 km e largo 11. Le sue acque rappresentavano una fonte di ricchezza per l´abbondanza di pesci. Sulle rive di questo lago Gesù vide: è uno sguardo che contiene e determina una elezione.

La conversione e la fede si realizzano nella sequela di Gesù. La chiamata dei primi discepoli è un esempio concreto di questo. Gesù non è come i maestri della legge, che erano scelti dai discepoli; Gesù chiama e sceglie chi vuole e non perché seguano una dottrina o un insegnamento, ma una persona, la sua persona. «Venite con me». La chiamata richiede l´abbandono della famiglia, della professione, un cambiamento totale dell´esistenza per una adesione di vita, che non ammette spazi personali.

Quello  che  Gesù   vuole  comunicare   non  è  un  metodo  per raggiungere la perfezione individuale, ma il progetto di un mondo di fratelli. Sembra che questi quattro discepoli fossero già conosciuti da Gesù fin da quando accompagnavano Giovanni Battista. Li chiama nella monotonia dei fatti quotidiani. La chiamata è categorica, potente, penetrante. Chiamata ad entrare in comunione di vita, di beni e di azione con il Maestro. Gesù vuole predicare il Regno in gruppo, in comunità. Vita quotidiana e comunità sono due aspetti importanti, che dobbiamo approfondire, perché sono chiave in tutta la vita di Gesù.

Non ci sono saluti né conversazione, solamente si fa una chiamata ad alcune persone, che suona come un comando: “Seguitemi”. Una chiamata, che trasformerà e riempirà di senso le loro vite per sempre. Una chiamata, che esigerà da loro una adesione senza condizioni a Gesù. E aggiunge un obiettivo a questo comando: “Vi farò pescatori di uomini”.

 

18 Lasciarono immediatamente le reti e lo seguirono

La risposta richiede di lasciare tutto e senza pensarlo due volte («immediatamente»). Però è importante ricordare anche che discepolo non è chi lascia qualcosa, ma chi ha incontrato qualcuno. Quello che si perde è compensato abbondantemente con quello che si trova. Questa narrazione è una catechesi o insegnamento per tutti; è il modello di ogni vocazione cristiana.

– Essere cristiani non è scegliere quello che sembra meglio, ma essere scelti: è risposta a una chiamata.

– La chiamata è definitiva. Gesù non dice: «Venite quando avete finito, quando avete tempo o avete voglia…»

– La risposta deve essere totale distacco: «lasciarono tutto». Ma è soprattutto sequela di Gesù.

I chiamati da Gesù cambiano la loro sicurezza economica e familiare per una situazione di insicurezza, che li porterà alla predicazione itinerante: lasciano un lavoro conosciuto per un altro sconosciuto, un progetto personale per un altro dove prima di tutto si cercherà il bene degli altri.

 

19-20 Giacomo e Giovanni andarono con lui

Si aggiunge un elemento in più rispetto alla prima coppia di discepoli: la figura del padre e dei braccianti. Il padre ha anche un nome. Il fatto che rimanga senza i suoi due figli gli conferisce una dignità unica. Resterà con i lavoratori, che sostituiscono i figli.

Marco scrive il suo vangelo nel momento in cui si costituisce la Chiesa, sebbene questa sia ancora agli inizi. Non possiamo dubitare che l´evangelista abbia scritto queste linee pensando agli Apostoli. Ma pensò anche ai suoi cristiani. La vocazione degli Apostoli viene ad essere per lui una storia attuale per ogni uomo, che vuole entrare nella Chiesa e vivere la vita di Cristo in essa. Così, quindi, per entrare nella Chiesa bisogna uscire dal proprio ambiente pagano o giudeo. Con maggior precisione trattandosi di giudei, si tratta di abbandonare la comunità giudea e di incamminarsi verso i pagani. Possiamo sintetizzare in quattro le caratteristiche, che definiscono il discepolo di Gesù. Prima: Gesù è il centro. Il discepolo non è chiamato per imparare una dottrina né per vivere un  progetto  di  vita,  ma  per  seguire  una  persona.   Il discepolo sarà sempre discepolo, perché Gesù sempre sarà il suo Maestro. Seconda: la sequela esige un profondo distacco. Bisogna lasciare tutto il resto, per vedere tutto in funzione di Gesù. Il distacco è progressivo: i primi lasciarono “le reti”; i secondi, “la barca e il padre”. Terza: la sequela è un cammino la cui meta sta sempre più in là. Un camino, che si esprime in due direzioni: lasciare e seguire, che indicano un progressivo movimento del centro della vita. Quarta: la sequela è missione verso il mondo, sempre in comunione con Gesù. Questa chiamata può sembrare di morte; può sembrare un progetto impossibile o per pochi, per gente speciale, quando, invece, è per tutti.

 

Alcune domande

– Quando cominciò Gesù a proclamare la Buona Notizia di Dio? – Dove proclamava Gesù la Buona Notizia di Dio? – Con che parole proclamava Gesù la Buona Notizia di Dio?- Paragoniamo la chiamata a Simone e Andrea con la chiamata a Giacomo e Giovanni.   Che elementi sono comuni ai due brevi racconti e che aspetti sono differenti? – Siamo capaci di lasciare tutto per guadagnare la gente per il Regno?

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