Lectio 19 marzo 2024 – PASSIONE SECONDO MARCO

PASSIONE SECONDO MARCO Contesto L´evangelista ha dato ampio spazio agli avvenimenti, che si succedono nello spazio di…

PASSIONE SECONDO MARCO Contesto

L´evangelista ha dato ampio spazio agli avvenimenti, che si succedono nello spazio di pochi giorni. Tutto quanto avvenne prima: insegnamenti, miracoli e istruzioni avevano il proposito di farci arrivare qui. Sebbene i fatti siano storici, non sono una semplice cronaca; la preoccupazione costante è di farci scoprire la vera identità di Gesù.

 

Dal Vangelo secondo Marco (14,1-15,47)

 

Meditazione

La cospirazione. L´indicazione di tempo situa il fatto il mercoledì prima del venerdì, il 15 del mese di Nissan, quando cadeva la pasqua (Numeri 28,16). La morte di Gesù é decisa, quello che manca é l´inganno, già che i capi dei sacerdoti e i maestri della legge sono confusi a causa della popolarità di Gesù.

 

L´unzione a Betania. In Gerusalemme c´é tenebra, a Betania brilla un raggio di luce: l´‘opera buona’, l´‘unzione anticipata’ della donna senza nome esprime la stima e l´amore generoso.  Tra i giudei si faceva una chiara distinzione tra elemosina e opera buona. L´elemosina si dà solo ai poveri, l´opera buona si può dirigere a tutti, tanto vivi che morti. La donna di Betania vede quello che gli altri non sono capaci di vedere: che Gesù, sebbene sia vittima di incomprensione e di odio, merita amore. Questo gesto sarà ‘vangelo’, buona notizia annunciata per tutto il mondo.

 

Il tradimento di Giuda. Il gesto della donna contrasta con l´azione indegna del discepolo. Marco usa poche parole per parlare del traditore. «Si avvicinò» alle autorità giudee, cioè, si allontanò da Gesù, smise di essere suo discepolo. «Cominciò a cercare il modo…» condividendo con loro la stessa ricerca affannosa. Per due volte si usa il verbo «consegnare», parola chiave nella passione.

 

La cena: preparativi. La parola ‘Pasqua’ si ripete per tre volte (vv. 12.14.16). E´ la festa della liberazione, che contrasta con la sorte di Gesù; però egli è il padrone della situazione, colui che dà ordini e istruzioni.

 

Annuncio del tradimento. Il traditore non può rimanere con i discepoli.   Il «Guai a chi tradisce…!» non è una maledizione, ma una minaccia e una esortazione, come nei profeti.

 

Eucarestia. Non si parla dell´agnello della pasqua: Gesù è l´agnello. Nel pane e nel vino c´è molto più di una presenza, c´è un dono: «corpo offerto, sangue sparso», che obbliga chi comunica a fare lo stesso: offrire la propria vita per gli altri.

 

Annuncio della negazione. Cantati i salmi 114-118, Gesù, citando il profeta Zaccaria (13,7), annuncia l´abbandono di Pietro. Il suo intervento presuntuoso merita una umiliazione, come quella ricevuta in Cesarea (Marco 8,31-33); gli altri si mostrano sordi alle parole di Gesù, come nel cammino verso Gerusalemme. Gesù è ancora con i suoi discepoli, ma in realtà si trova solo. La scena ha luogo nel Getsemani: lì Gesù prega in solitudine ed è arrestato nell´oscurità. Si era consegnato ai suoi nel pane e nel vino; adesso si consegna nelle mani del Padre attraverso la preghiera. Poi si consegnerà ai nemici.

 

Preghiera di Gesù. All´inizio della sua missione Gesù pregava di buon mattino (1,35), chiedendo chiarezza; adesso   lo   fa   in   piena   notte, per affrontare la fine della sua opera. Là c´era luce, qui tenebre. Eppure, al di sopra di tutto, c´è la fiducia nel Padre. La preghiera inizia con l´invocazione a Dio come Abbà (papà mio), si trasforma in supplica e finisce in abbandono. Il sonno dei discepoli è un doloroso contrasto: i testimoni della trasfigurazione non sono capaci di comprendere che per arrivare alla gloria si passa per la croce.

 

Arresto di Gesù. Non si tratta di un atto violento ma di una consegna serena. Il segno dell´amicizia si trasforma in segno di morte. La reazione dei discepoli è inefficace, quasi ridicola. Di fronte alla viltà e la paura di guardie e discepoli l´unica persona libera è Gesù.   Il misterioso giovane che lascia il lenzuolo e fugge nudo rimarrà sconosciuto per sempre. Si tratta di Giovanni Marco, l´evangelista? È un simbolo di Adamo nudo nel giardino, che adesso scopre il prezzo del suo peccato?

 

La confessione di Gesù. Il vero giudizio sarà davanti a Pilato, questo è un interrogatorio strategico. Alla domanda se Gesù è il Messia, il Figlio del Benedetto, risponde senza esitazione: «Lo sono» e aggiunge per sé il titolo di Figlio dell´uomo che si trova in Daniele 7,13. Per il sommo sacerdote si tratta di una bestemmia, per il credente è l´Onnipotente condannato.

 

La negazione di Pietro. Pietro, la cui autorità e martirio erano conosciuti dalla comunità di Marco, si dovette confrontare con lo scandalo e l´incomprensione. Pietro non rinnega solo Gesù, ma sé stesso al dichiararsi «non discepolo» di lui. La sentenza di morte è stata pronunciata dall´autorità giudea, ma, per essere eseguita, è necessario il consenso del governatore romano.

 

Gesù davanti a Pilato. Nel tragitto che separa il Consiglio degli Anziani dal palazzo del governatore cambia il motivo dell´accusa. Un titolo religioso non avrebbe impressionato un romano. «Re dei giudei» è un´accusa politica: si tratta di un sedizioso e ribelle.   La risposta di Gesù a Pilato non è così diretta come quella che aveva dato al sommo sacerdote. L´accusato sa che il suo giudice si muove su un terreno molto diverso dal suo. Non vale, perciò, la pena di perdere il tempo con spiegazioni che non sarebbero capite.   Gesù, d´ora in poi, preferirà il silenzio. Il profeta Isaia aveva parlato del silenzio del Servo di Dio (Isaia 53,7). Questo atteggiamento manifesta dignità e maestà al punto che Pilato   rimane impressionato   e     negozia l´indulto. Scambiare Gesù con Barabba, colui che dà la vita con un omicida, esprime l´estremo limite a cui si può arrivare quando non si fa un´opzione totale per Gesù.

 

Gesù e i soldati. E´già condannato come re dei giudei: questo esalta i soldati romani, che si dedicano a deridere Gesù. Qual è il suo comportamento? Non una sola parola da parte dell´evangelista. Gesù non fa e non dice niente.  Il modo di trattare un condannato era comune in situazioni simili, ma qui non si tratta di un nuovo oltraggio. I soldati, senza volerlo, esprimono chi è realmente Gesù. Lo chiamano re e, mettendosi in ginocchio, lo proclamano Dio.

 

Il cammino della croce e la crocifissione. Il condannato a morte percorreva le strette strade della città come richiamo per la gente, tra le burla e i colpi. La debolezza di Gesù obbliga Simone di Cirene a caricare il palo  trasversale  della  croce.  Simone era una persona conosciuta nella comunità di Marco, perché sono ricordati i suoi due figli. Anche se alla forza è discepolo del Signore: lo segue portando la croce. 9 del mattino: una sola parola per raccontare la crocifissione. I vestiti divisi e la collocazione tra i ladri non sono fatti a caso, ma sono il compimento della Scrittura (vedere: Salmo 22,19 e Isaia 53,12).

 

Oltraggi e burla. Fino al mezzogiorno i dolori fisici di Gesù vanno uniti alle burla della gente (quelli che passavano), dei sacerdoti, dei crocifissi con lui. «Salvati»: colui che predicò la perdita della vita come salvezza non scende dalla croce. Se l´avesse fatto sarebbe stato un uomo credibile, non il salvatore.

 

Morte di Gesù e confessione del centurione. Mezzogiorno: le tenebre in pieno giorno: tutta la terra partecipa nel dramma del Golgota. 3 del pomeriggio: Gesù agisce: il grido provoca, tra la gente, incomprensione e burla.  Ma provoca anche lo strappo del velo del tempio e la fede del centurione. Il grido di Gesù è un grido di abbandono totale: anche nell´apparente lontananza, Dio è sempre il «Dio mio» (Salmo 22,2). Dio strappa il velo («dall´alto in basso»): entra nella storia, già nulla lo potrà nascondere: è il Dio di Gesù crocifisso e risuscitato. Il centurione, un pagano (la salvezza è per tutti i popoli) afferma che in Gesù sconfitto c´è veramente «il Figlio di Dio» (vedere: Marco 1,1).Appaiono anche alcune donne, che si mantengono fedeli a Gesù e che guardano    da    lontano     quello    che succede sul Golgota. Adesso l´attenzione si centra nella tomba, segno che Gesù é morto per davvero, ma dalla quale uscirá vittorioso e vivo. Mancano i discepoli, ma un simpatizzante si fa carico della sepoltura di Gesù.

 

Sepoltura di Gesù. Confermata la morte, Giuseppe di Arimatea chiede il corpo del giustiziato. Il governatore, dopo le corrispondenti indagini, lo consegna. L´influenza del membro importante del Consiglio di Anziani salva il cadavere dalla fossa comune.  La pietra chiude la speranza di Giuseppe di Arimatea: egli crede che ha fatto tutto quello che poteva e doveva fare. Le donne, tuttavia, si mantengono in attesa. Per adesso si accontentano con osservare, ma non sono disposte a dare per finita la faccenda.

Alcune domande – Che cosa mi ha impressionato di più nel comportamento degli apostoli e in quello delle donne durante la passione e morte di Gesù? Se tu fossi stato  presente avresti agito come gli uomini o come le donne? – Che cosa ti ha impressionato di più nel comportamento di Gesù rispetto ai discepoli nella narrazione della sua passione e morte? Perché?– Qual è il messaggio speciale della narrazione della passione e morte nel  vangelo di Marco? Sei riuscito a scoprire le differenze tra il raccconto di  questo vangelo e quello degli altri evangelisti? Quali?

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