“Il Figlio innalzato” – Adorazione Eucaristica 7 marzo 2024

“Il Figlio innalzato” A metà del cammino verso la Pasqua, siamo sollecitati a riconoscere nel sacrificio di…

“Il Figlio innalzato”

A metà del cammino verso la Pasqua, siamo sollecitati a riconoscere nel sacrificio di Cristo, morto sulla croce, la luce radiosa della risurrezione. L’amore di Dio per l’uomo ha sconfitto definitivamente la morte e ci ha ridonato la vita che non avrà mai fine. Lasciamoci attrarre da Lui innalzato per la nostra redenzione e preghiamo gli uni per gli altri, perché non vengano mai meno il coraggio della verità e la forza della conversione per lasciare le tenebre e scegliere la luce.

 

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen Canto – segno:

La vera conoscenza di Gesù è data non dai miracoli, ma dalla penetrazione del mistero dell’amore divino che egli è venuto a rivelare per la salvezza del mondo. Però, solo nello Spirito si può riconoscere questo mistero ed accettare la luce di salvezza portata da Cristo.

 

Dal Vangelo Gv 3,14-21 In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio”. Parola del Signore

 

Tutti: Dio buono e fedele, che mai ti stanchi di richiamare gli erranti a vera conversione e nel tuo Figlio innalzato sulla croce ci guarisci dai morsi del maligno, donaci la ricchezza della tua grazia, perché rinnovati nello spirito possiamo corrispondere al tuo eterno e sconfinato amore. Crea in noi, Signore, il silenzio per ascoltare la tua voce, penetra nei nostri cuori con la spada della tua Parola, perché alla luce della tua sapienza, possiamo valutare le cose terrene ed eterne, e diventare liberi e poveri per il tuo regno, testimoniando al mondo che tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Amen

Adorazione silenziosa – canto – segno

 

La Quaresima è tempo di scelte decisive. Scelte tra morte e vita. Il credente penetra la realtà: il male e la morte ci sono; da dove vengono e perché? E c’è una via di scampo? Tra tenebre e luce, tra morte e vita, si pone la croce di Cristo come vessillo innalzato a spartiacque di salvezza: chi vi guarda e crede è salvato; chi rifiuta il Cristo e la sua opera “è già condannato”.

1L Guardiamo il male che ci invade, e perché. Gerusalemme fu distrutta perché gli uomini d’allora “si beffarono dei messaggeri di Dio”. L’uomo rifiuta Dio e si guadagna la morte, la violenza, l’egoismo, l’insufficienza. Per di più “un morso di serpente” – che è satana, il serpente antico – continuamente mina la fragilità morale dell’uomo e lo rende “morto per il peccato”, incapace da sé ormai di risollevarsi anche verso Dio. E’ necessario prender coscienza della insufficienza dell’uomo, della radice di questo male e della assoluta incapacità di salvarsi da sé. Dove, naturalmente, salvezza significa vita al posto di morte, bontà morale invece che malizia e malvagità.

2L Mosè innalzò nel deserto il serpente di bronzo e Israele fu guarito.  Così nella pienezza del tempo “Fu innalzato il Figlio dell’uomo” “Perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”. Il cuore della storia è quella croce, lì l’umanità ha fatto tornante e ha ritrovato la vita. Quell’atto “storico” della croce è reso oggi attuale per noi nel suo contenuto e nella sua efficacia proprio per “il mistero” che con la Chiesa celebriamo a Pasqua. Ciò che può renderci sicuri e sereni è la certezza che quel fatto liberante e questa sua attualizzazione sono opera gratuita di Dio, non nostra capacità e merito.

Tutti: Signore, sappiamo che tu sei un “Dio buono e fedele” e “mai ti stanchi di richiamare gli erranti” a manifestare in questo tempo e sempre una “vera conversione”. “Nel tuo Figlio innalzato in croce ci guarisci dai morsi del maligno” che ci induce a perdere la fede in te. Ti chiediamo con fiducia: “donaci la ricchezza della tua grazia” perché “possiamo corrispondere al tuo eterno e sconfinato amore”. Amen

Adorazione silenziosa – canto – segno

 

“Chi crede in lui non è condannato”. Cioè è salvato. Dio pone i fatti di salvezza. Sollecita interiormente un ritorno: “Io quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me”(Gv 12,32).

3L La teologia di Giovanni sottolinea che la decisione salvifica non sarà alla fine, ma oggi, nella scelta di oggi di accogliere o meno il dono di Dio. Del resto Gesù oggi è esplicito: non che Dio condanni; la condanna sta già nella scelta che oggi ogni uomo fa. “Chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”. “E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie”. Ecco allora dove si sposta il male: nelle opere malvagie, nella vita morale che non si vuol cambiare. “Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere”. Solo “i puri di cuore vedranno Dio” (Mt 5,8)

4L Non si può capire e gustare le cose di Dio quando ci sono compromessi con la propria coscienza. Si racconta che quando il libertino Carlo De Foucauld andò a discutere di fede con un saggio pastore, gli intimò: Prima inginocchiati e confessati, poi parleremo di Dio! Solo “chi opera la verità viene alla luce”.
Allora vale ancora la parola antica di questa Quaresima: penitenza o conversione. Si tratta di decidersi di abbandonare la strada del figlio prodigo per ritornare al Padre e dire: Ho peccato! Un sì, un moto primo e sincero Dio lo esige da noi, dalla nostra libertà. Basta che uno faccia un passo, apra una fessura nella propria libertà perché poi sia invasa dalla potenza dello Spirito “che rinnova la faccia della terra”.

 

Sal 136 Tutti: Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia

Lungo i fiumi di Babilonia, là sedevamo e piangevamo ricordandoci di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre. Tutti: Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia

Perché là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato, allegre canzoni, i nostri oppressori: «Cantateci canti di Sion!». Tutti: Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia

Come cantare i canti del Signore in terra straniera? Se mi dimentico di te, Gerusalemme, si dimentichi di me la mia destra. Tutti: Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia

Mi si attacchi la lingua al palato se lascio cadere il tuo ricordo, se non innalzo Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia. Tutti: Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia

 

Il Signore oggi ci ha invitati per l’ennesima volta a dar credito alla sua parola. Scegliendo o rigettando l’offerta di Gesù, operando con lealtà o con perfidia, ci rendiamo responsabili di quello che ci spetterà dopo il percorso terreno. Si potrebbe dire che già sin d’ora siamo di fronte all’escatologia. Portiamo al mondo l’Amore di Dio Padre, che ha donato il suo Figlio unigenito per la nostra salvezza.

Non distogliamo, dunque, lo sguardo dal Crocifisso; abbracciamolo come ha fatto la grande schiera dei santi. Inoltriamoci con Lui sui sentieri della vita per costruire un mondo nuovo dove regna in eterno la Luce della Verità.

Tutti: La Luce è venuta al mondo: perchè io allora, mi fermo nelle tenebre? Non voglio essere tra coloro che non ti riconoscono Gesù, perchè io Ti amo, e senza Te non so stare. Mi dispiace per il male che compio, mi dispiace per la Verità che sporco, mi dispiace per il mio orgoglio che mi fa “odiare” la Luce. O Luce Gioiosa, invadi nell’intimo il mio cuore; ormai, “Te solo cerco, Te solo amo, Te solo voglio”.

 

Canto: Tantum ergo Sacramentum Veneremur cernui Et antiquum documentum Novo cedat ritui Praestet fides supplementum Sensuum defectui. Genitori Genitoque Laus et jubilatio Salus, honor, virtus quoque Sit et benedictio. Procedenti ab utroque Compar sit laudatio.

V Hai dato loro il pane disceso dal cielo. R Che porta con sé ogni dolcezza.

Preghiamo: Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale

della tua Pasqua, fa che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo corpo e del tuo sangue, per sentire

sempre in noi i benefici della redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Acclamazioni: Dio sia benedetto. Benedetto il Suo Santo Nome. Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo. Benedetto il Nome di Gesù. Benedetto il suo Sacratissimo Cuore. Benedetto il suo Preziosissimo Sangue. Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell’altare. Benedetto lo Spirito Santo Paraclito. Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima. Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione. Benedetta la sua gloriosa Assunzione. Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre. Benedetto San Giuseppe suo castissimo sposo. Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.

Canto – Si distribuiscono frasi del vangelo da meditare e mettere in pratica

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