«Che cercate?» – «Venite e vedrete» Lectio Divina II Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

DOVE  VIVI?           Contesto Questo racconto di vocazione non è come quello dei sinottici. Più che di…

DOVE  VIVI?          

Contesto

Questo racconto di vocazione non è come quello dei sinottici. Più che di vocazione possiamo parlare della scoperta graduale, che fanno i discepoli, della persona di Gesù. Bisogna andare e vedere, «venite e vedete», per conoscerlo. Dopo essere stati con Gesù, si sente il bisogno di comunicarlo ad altri: qui è Andrea con Pietro, poi sarà Filippo con Natanaele.

Dal Vangelo secondo Giovanni (1,35-42) 35 Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36 e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37 E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38 Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?». 39 Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. 40 Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41 Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)» 42 e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)».

Meditazione

35 Giovanni stava in quello stesso luogo Questo passo si trova all´inizio di una narrazione evangelica, che, giorno dopo giorno, dura una settimana. Siamo nel terzo giorno a partire dall´interrogatorio di Giovanni (1,19ss). Questi, che ha cominciato dando la sua testimonianza su Gesù, finalmente invita i suoi discepoli a seguirlo. Il luogo è Betania, all´altro lato del Giordano. Giovanni rimane lì, mentre dura la sua missione, fina a quando Gesù comincerà la sua. Giovanni è accompagnato dai discepoli, uomini che hanno ascoltato il suo annuncio e ricevuto il suo battesimo. Sono parte di un gruppo numeroso: Giovanni sa convocare, anche con il semplice battesimo di acqua. Come Giovanni, i discepoli stanno all´aspettativa. Egli ha riconosciuto già il Messia (1,29), i discepoli non lo conoscono ancora.

 

36 Vide Gesù che passava Per cinque volte si usano parole che fanno riferimento al vedere. Giovanni riconosce il Signore che passa. Nel v. 38, Gesù vede i discepoli, che lo seguono. Egli stesso li inviterà perché vedano dove vive. Essi vedranno il luogo della dimora di Gesù. E, finalmente, Gesù metterà il suo sguardo su Simone, conquistato dalle parole del suo fratello Andrea. Giovanni, ripetendo quanto detto nel giorno precedente, presenta Gesù come l´agnello di Dio. L´identificazione di Gesù con l´agnello è piena di allusioni bibliche, tanto dell´Antico come del Nuovo Testamento. L´agnello appare nel libro della Genesi, nel cap. 22, quando è offerto come olocausto, invece di Isacco. Nel libro dell´Esodo, nel cap. 12, il sangue dell´agnello pasquale salva i figli di Israele dallo sterminatore. I libri del Levitico e dei Numeri parlano continuamente dell´agnello: questi è offerto tutti i giorni nell´olocausto; si immola in tutti i sacrifici di espiazione, di riparazione e di santificazione. Anche i profeti parlano di un agnello preparato per il sacrificio: pecora muta, tosata, che non apre la bocca, quando è condotta al macello (Is 53,7; Gr 11,19). San Pietro, nella sua lettera, dice: “Voi siete liberati dalla vostra condotta grazie al sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetto e senza macchia” (1Pt 1,19). L´Apocalisse rivela tutto sull´Agnello. Solo Lui può aprire i sigilli della storia, della vita di ogni uomo, del cuore nascosto, della verità (Ap 7,1.3.5.7.9.12; 8,1), è il vincitore, che siede sul trono (Ap 5,6), è il re, degno di onore, lode, gloria, adorazione (Ap 5, 12). E´ lo Sposo, che invita al suo banchetto di nozze (Ap 19,7); è la lampada (Ap 21,23), il tempio (Ap 21,22), il luogo del nostro riposo eterno; è il pastore (Ap 7,17), che seguiremo dovunque egli vada (Ap 14,4).

 

37 I due discepoli seguirono Gesù Giovanni Battista non era maestro e mai si considerò tale; era venuto solo a preparare il cammino e a dare testimonianza. Por questo, quando riconosce Gesù come l´inviato di Dio, lo segnala ai suoi discepoli, invitandoli ad andare con lui. La reazione di due di essi è immediata: avevano compreso il messaggio di Giovanni. «Seguire Gesù» (1,43; 8,12; 10,4; 12,26; 13,36; 21,19), indica il desiderio del discepolo di vivere con lui e come lui, adottare i suoi obiettivi e collaborare nella sua missione.

 

38 «Cosa cercate?» «Dove vivi?» Le prime parole di Gesù, nel vangelo di Giovanni, sono una domanda rivolta ai discepoli: “Cosa state cercando?”. Per rispondere a questa domanda bisogna scendere al fondo del cuore e, lì, ascoltare, misurare, verificare. Che cosa cerco davvero, io? Le mie energie, i miei desideri, i miei sogni verso dove si dirigono?

Gesù, che si è accorto che lo stanno seguendo, si gira e domanda. Il tratto percorso in silenzio segna l´attesa. La ricerca non raggiunge l´obiettivo senza l´iniziativa di Gesù. Ci possono essere dei motivi molto diversi per seguire Gesù. Egli chiede che cosa cercano, che cosa si aspettano da lui, cosa credono che egli possa dare loro. L´evangelista insinua che esistono delle sequele sbagliate, adesioni a Gesù che non corrispondono a quello che lui è, né alla missione che deve realizzare (cf. 2,23-25). La risposta dei due è un´altra domanda: «Maestro, dove vivi?» Non gli domandano per la sua dottrina, anche se lo accettano come  maestro,   ma  per  la sua vita.    L´evangelista, con questa scena, ci sta dicendo qualcosa di importante della fede cristiana: non si tratta di imparare una dottrina, ma di condividere la vita, di conoscere il modo di vivere, che Gesù proporrà a tutti quelli che decidono di unirsi al suo cammino.

 

39 Videro dove viveva Gesù fa un invito, quello di sperimentare la convivenza con lui. In essa troveranno la risposta alla loro ricerca. I discepoli restano con Gesù, cominciano a vivere e tenere la casa in comune con Lui. Ancora di più, chissà cominciano a sperimentare che Lui stesso è la loro casa. Il verbo che usa Giovanni, può significare semplicemente abitare, ma anche dimorare nel senso forte di abitare uno nell´altro. Gesù abita nel seno del Padre e ci offre la possibilità di abitare in Lui e nella Trinità. Comincia, quindi, la nuova comunità, quella di coloro che stanno dove sta Gesù e contemplano la sua gloria (1,14; cfr. 17,24). Di lì l´importanza del momento, marcato con l´ora. Le quattro della sera non sono lontane dall´inizio del nuovo giorno, che comincia con la caduta del sole (le sei). Il nuovo giorno segnerà la fine dell´antico popolo e l´inizio della nuova umanità, la fine di un´epoca e l´inizio di un´altra, simbolizzata dal primo giorno della settimana (20,1), quello che inaugura la Pasqua di Gesù.

 

40-41 «Abbiamo incontrato il Messia» L´evangelista ripete quanto detto prima (1,37): avevano ascoltato Giovanni e seguito Gesù. Quella fu la missione del Battista: ascoltarlo porta necessariamente alla sequela di Gesù. Uno dei due discepoli rimane senza nome; l´altro è Andrea, il fratello di Simone. Andrea non può tacere quello che ha sperimentato e vissuto e si trasforma in missionario. In primo luogo va a dare la notizia a suo fratello. La precisione «in primo luogo» indica che l´attività di Andrea non finì con l´invito rivolto a costui. Si menziona Simon Pietro come un personaggio conosciuto dai lettori, indicato non solo con il suo nome (Simone), ma anche con il soprannome, che Gesù annuncerà poco dopo.  Simon Pietro, che, come Andrea, era di Betsaida, al nord del paese (1,44), si trova da quelle parti attratto dal movimento suscitato da Giovanni, però non ha ascoltato il suo messaggio e, pertanto, non ha seguito Gesù. Andrea parla del Messia con Simon Pietro, causando in lui una profonda impressione. Il titolo di Messia, applicato a Gesù, appare solo in 1,17, in contrapposizione con Mosè. Andrea parla al plurale: Abbiamo incontrato. L´esperienza del Messia è comunitaria. Lui e il gruppo dei discepoli di Giovanni, battezzati da lui, rompendo con l´istituzione esistente, hanno penetrato il mistero profondo, che racchiude il titolo, che adesso applicano a Gesù.

 

42 «Tu sei Simone, ti chiamerai Cefa» Simone non si avvicina a Gesù per iniziativa propria, si lascia portare da suo fratello. In tutta la scena non dice una sola parola. Gesù fissa il suo sguardo su Pietro. Non è uno sguardo di elezione, ma di penetrazione. Come Giovanni, che ponendo la vista in Gesù lo aveva definito come l’Agnello di Dio, Gesù, fissando lo sguardo in Pietro, pronuncia il suo nome e lo fissando lo sguardo in Pietro, pronuncia il suo nome e lo definisce come «il figlio di Giovanni». Gesù annuncia a Simone che sarà conosciuto con il soprannome: «Cefa», in arameo, «pietra», in greco. Gesù non lo chiamerà mai Pietro; nella seconda occasione quando si dirigerà a lui con il suo nome (21,l5ss), lo chiamerà «Simone di Giovanni». L´intervista di Gesù con Simon Pietro è molto speciale: non c´1 una chiamata di Pietro da parte di Gesù, neppure l´invito a seguirlo. Pietro, da parte sua, non si offre. Solo in 21,19, dopo aver professato per tre volte il suo amore, Gesù lo inviterà a seguirlo. Pietro stabilisce contatto con Gesù, ma non si pronuncia. Il suo atteggiamento rimane in sospeso; è l´unico dei quattro discepoli ricordati con il loro nome, in questa parte (Andrea, Simon Pietro, Filippo, Natanaele), che non esprime nessuna reazione favorevole rispetto a Gesù.

 

Alcune domande

– Ho sviluppato nella mia vita di fede gli atteggiamenti che oggi propone la Parola di Dio? Permetto che Dio entri nella mia vita e formi parte di tutte le dimensioni della   mia esistenza?

– In che misura mi sono disposto, come i discepoli di Giovanni, a cambiare il corso della mia vita per seguire il progetto del Maestro Gesú?

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