Conoscere il Cristo che viene – Adorazione eucaristica del 14 dicembre

Per accogliere il Cristo che viene a salvarci, bisogna conoscere la sua persona, così come è stata…

Per accogliere il Cristo che viene a salvarci, bisogna conoscere la sua persona, così come è stata rivelata nella Parola e nell’esperienza dei testimoni. Non comprendiamo la Parola di Dio perché non ci poniamo domande: siamo rassegnati, apatici… Il denaro, le passioni, le abitudini ci rendono prigionieri di noi stessi: aneliamo alla libertà, ma facciamo fatica a rinunciare a ciò che rende la vita comoda e piacevole. Questa sera davanti al Signore, prendiamo coscienza delle nostre deficienze e guardiamo con fiducia al “liberatore” che viene a salvarci.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen Canto allo Spirito Santo

Segno: davanti al Signore si pongono le catene delle passioni e le monete ricevute da Giuda

Giovanni Battista, testimone della luce, vuol far riconoscere Gesù Cristo come il Figlio di Dio che porta una salvezza di ordine spirituale, la cui efficacia deriva dal mistero e dalla realtà umano-divina del Messia.

Dal Vangelo Gv 1,6-8.19-28 Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.   Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.  E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: “Chi sei tu?”. Egli confessò e non negò, e confessò: “Io non sono il Cristo”. Allora gli chiesero: “Che cosa dunque? Sei Elia?”. Rispose: “Non lo sono”. “Sei tu il profeta?”. Rispose: “No”. Gli dissero dunque: “Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?” Rispose: “Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia”. Essi erano stati mandati da parte dei farisei. Lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?”. Giovanni rispose loro: “Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo”.  Questo avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Parola del Signore

 

Tutti: Fa’ di me, o Signore, un cristiano lieto: lieto come Giovanni nel vedere la luce che già viene, nel sentirsi voce al servizio della Parola; lieto come il profeta, nel sapersi riempito del tuo Spirito di santità; lieto come Maria nel riconoscere e magnificare quello che tu hai già compiuto per me e in me. Insegnami a vivere costantemente alla tua presenza, a fare ogni cosa per amore tuo. Amen.

Adorazione silenziosa – Canto – segno: un’immagine di Giovanni che battezza Gesù e una lampada accesa

La parola profetica, la Bibbia in genere, suscita un bisogno e va sempre a rispondere ad un anelito profondo dell’uomo. Dio stesso accende nel nostro cuore l’immagine viva di un ideale a cui la routine e la pesantezza della vita spesso ci costringono a guardare con scetticismo e rassegnazione. E’ la Parola di Dio ad aprire alla speranza.

1L E’ la segnalazione d’una iniziativa di Dio per risollevare l’uomo, per risanargli il cuore, per liberarlo dalle sue schiavitù interiori e aprirlo agli alti destini della comunione con Lui. Il profeta Isaia ne intuisce la grandezza e ne è commosso: Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli”. (Isaia 61,10)

2L Un giorno a Nazaret Gesù entrò nella sinagoga e, aperto il libro di Isaia, disse solenne: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”(Lc 4,21). Quell’iniziativa di salvezza si è concretizzata nell’opera di Gesù; il Mistero di Dio ha preso un volto preciso di uomo, Gesù di Nazaret. E’ lui che guarisce, è lui che perdona, è lui che risuscita i morti; ed è lui che ripropone all’uomo l’amicizia con Dio e la partecipazione alla vita divina, fino al destino di sedere con lui alla destra del Padre.

3L “uno che viene dopo di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo”. Anzi, sarà più preciso: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”.  Sarà lui, Giovanni, a indicarlo ai suoi discepoli, e questi divengono subito discepoli di Gesù. E’ proprio questa la parola che oggi la Chiesa vuol sottolineare per noi: è già tra noi il Cristo, è già tra noi la salvezza; e noi andiamo a cercarla altrove, e noi non siamo più capaci – in mezzo a tante luccicanti proposte natalizie – di riconoscere il Salvatore giusto, l’unico inviato di Dio. La salvezza è una storia – la vicenda personale di Gesù – di cui noi cristiani dobbiamo fare memoria in tutto il mondo. La salvezza è anche un incontro attuale – nei sacramenti e nei riti della Chiesa in questo prossimo Natale – che noi cristiani siamo chiamati a celebrare per incanalarne fino all’uomo di oggi l’efficacia e il frutto.

Tutti: Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura. Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Amen.

Canto – segno: 2 bambini che mostrano cartone su cui è scritto: ho fame e desidero la pace

 

La funzione di Giovanni è quella di essere “testimone della luce”, quella di segnalare il Cristo presente, quella di far incontrare ogni uomo con Lui.

4L E’ esattamente la nostra missione di cristiani. Non c’è altro motivo se tu sei cristiano invece del tuo amico, o del tuo fratello. Non è un privilegio, ma una responsabilità e un impegno. “Voi siete la luce del mondo, voi siete la città posta su di un monte..: non può restare nascosta”, punto di riferimento per chi cammina alla ricerca di una sicurezza.

5L Giovanni continuamente ripete: Non sono io! Non è qualcosa di nostro che dobbiamo portare alla gente, non le nostre intuizioni od esperienze religiose soggettive. Dobbiamo essere testimoni di una “memoria” che abbiamo ricevuto, alla quale noi per primi abbiamo agganciato la nostra identità e il nostro destino, e che, ritenendola unica formula di riuscita, non possiamo tenerla per noi.  

6L Oggi si respira aria di anonimato generico, di mimetizzazione, di omologazione con la cultura secolarizzata, ossia un tipo di cristianesimo annacquato, fatto di puri valori etici naturali, senza il robusto vino dello specifico cristiano. Con i contenuti manca anche la gioia, l’entusiasmo della fede: solo questa contagia, assieme alla carità. C’è bisogno di un po’ di fierezza della propria fede, per porsi con senso critico di fronte alle più scadenti proposte di umanesimo che ci offre il mondo, di cui è verifica ogni telegiornale.

Tutti: L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva.  D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia. Canto – segno: immagine di Maria madre di Dio

 

Se noi, oggi, non siamo nella gioia e non siamo capaci di esultare in Dio e di ringraziarlo a causa di sofferenze, delusioni, contrasti, e se abbiamo capito che la ragione di questa nostra situazione sta nel fatto che non «conosciamo» ancora Colui che, potente, vive in mezzo a noi, non ci abbattiamo, ma piuttosto cominciamo a pregare incessantemente, e presto la nostra tristezza si cambierà in gioia, e non semplicemente perché muteranno le condizioni esterne, ma perché lo Spirito di Dio sarà riversato nei nostri cuori e la nostra anima esulterà nel nostro Dio. La gioia cristiana viene da Dio.

Tutti: Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa’ che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa’ che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell’unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.

 

Canto: Tantum Ergo Tantum ergo Sacramentum Veneremur cernui Et antiquum documentum Novo cedat ritui Praestet fides supplementum Sensuum defectui. Genitori Genitoque Laus et jubilatio Salus, honor, virtus quoque Sit et benedictio. Procedenti ab utroque Compar sit laudatio.

V Hai dato loro il pane disceso dal cielo. R Che porta con sé ogni dolcezza.

Preghiamo: Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo corpo e del tuo sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Acclamazioni: Dio sia benedetto. Benedetto il Suo Santo Nome. Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo. Benedetto il Nome di Gesù. Benedetto il suo Sacratissimo Cuore. Benedetto il suo Preziosissimo Sangue. Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell’altare. Benedetto lo Spirito Santo Paraclito. Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.  Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione. Benedetta la sua gloriosa Assunzione. Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre. Benedetto San Giuseppe suo castissimo sposo. Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.

Canto – Si distribuiscono frasi del vangelo da meditare e mettere in pratica

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