“L’attesa vigilante dell’incontro con lo Sposo” – Adorazione eucaristica del 9 novembre2023

Adorazione Eucaristica  L’attesa vigilante dell’incontro con lo Sposo La vita di ognuno è un’attesa, il presente non…

Adorazione Eucaristica

 L’attesa vigilante dell’incontro con lo Sposo

La vita di ognuno è un’attesa, il presente non basta a nessuno: l’occhio e il cuore sono sempre avanti, oltre le mete raggiunte con aspra fatica. In un primo momento, pare che ci manchi solo qualcosa: più tardi, ci si accorge che ci manca Qualcuno. E lo attendiamo. La nostra vita terrena finirà – in modo a noi imprevedibile – nell’incontro con il Signore. Siamo invitati a meditare sul Suo ritorno e a pensare a ciò che sarà per noi la fine del tempo: il nostro incontro con il Signore. Possiamo temerlo o desiderarlo. Comunque, è necessario prepararsi. Non è poi così facile farlo un giorno dopo l’altro. C’è un modo di attendere che non è impazienza né sonno, ma sapienza e speranza.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. T. Amen

Adorazione silenziosa – Canto Spirito Santo – segno: l’ancora simbolo della speranza con due candela

La Chiesa in cammino vive nell’attesa dell’incontro definitivo con il suo Signore, e vigila tenendo accesa la lampada della fede e dell’amore, finché Cristo suo sposo la introduca nel regno delle nozze eterne.

 

Dal Vangelo Mt 25,1-13 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi.  Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”. Parola del Signore

Riflessione Celebrante

 

Tutti: Signore, hai ragione di chiederci di vigilare, ma non è sempre facile, troppi interessi, curiosità, ci distolgono da questo orientamento. Non stancarti di noi, continua a chiederci di vigilare, di cercare i veri valori, di saper fare le giuste scelte, di non stancarci di cercarti, di saperti vedere nelle persone negli avvenimenti, nelle gioie e nei dolori, sempre con noi per meravigliarci con il tuo Amore, per guidarci verso luoghi pianeggianti, con la giusta riserva di olio per affrontare le situazioni, per fronteggiare davanti ai pericoli, per testimoniare la tua presenza, per ridirti “tutto” il nostro grazie. Amen.

Adorazione silenziosa – Canto – segno: cuscini su cui mettere lampade accese con un orologio

 

La parabola delle dieci vergini, che aspettano lo sposo, ci invita a pensare alle cose ultime della nostra vita. In questo mondo noi siamo solo di passaggio. Non rimarremo qui sulla terra per sempre. Quando il Signore vorrà torneremo a Dio da cui siamo venuti. La vita è un passaggio.

1L La vita finisce con la morte, e la storia termina con la fine del mondo. E poi? Se c’è un dopo, e un dopo condizionato dal prima, cambia completamente la vita; almeno la vita che sembra vivere il nostro mondo pagano di oggi, indifferente ad ogni valore, tesa al godimento immediato, senza riferimenti etici, senza speranza! Dobbiamo chiederci del come dover vivere per poter giungere ad avere un aldilà di vita e poter “essere sempre con il Signore”: Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nubi, per andare incontro al Signore nell’aria, e così saremo sempre con il Signore (1Ts 4,16-18).

2L Si tratta allora di vivere la vita come attesa e con vigilanza. Nell’uomo c’è una ricerca, una speranza, che sospinge fino all’infinito, all’assoluto, oltre ogni sua finitezza. Dare spazio a questa “scalata”, purificandone le mire, significa crescere in sapienza, rispondere cioè alle domande di senso e di speranza, per saziare con verità e felicità la fame più vera del cuore dell’uomo. Alla scuola della Sapienza divina impariamo ad aprirci all’iniziativa di Dio: La sapienza è radiosa e indefettibile, facilmente è contemplata da chi l’ama e trovata da chiunque la ricerca. Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà, la troverà seduta alla sua porta. Riflettere su di essa è perfezione di saggezza, chi veglia per lei sarà presto senza affanni. Essa va loro incontro con ogni benevolenza.(Sap 6,12-16.

3L L’uomo è un impasto di umano e di divino, di terreno e di eterno, di finito e di infinito. In sostanza: è stato voluto figlio di Dio perché ne divenga erede, simile a Lui. Questo spiega ogni insoddisfazione umana che non raggiunga quell’unico destino iscritto in noi che è quello di divenire niente di meno che come Dio. “Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”, (S. Agostino)

Adorazione silenziosa – Canto – segno: un cuore spezzato in due adagiato sul Cristo

Tutti: O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua. Così nel santuario ti ho cercato, per contemplare la tua potenza e la tua gloria. Poiché la tua grazia vale più della vita, le mie labbra diranno la tua lode. Così ti benedirò finché io viva, nel tuo nome alzerò le mie mani. Mi sazierò come a lauto convito, e con voci di gioia ti loderà la mia bocca. Nel mio giaciglio di te mi ricordo, penso a te nelle veglie notturne, a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali (Sal 62).

Teniamo le fiaccole accese come fecero le vergini prudenti; l’indugio potrebbe attardare l’incontro col Signore che viene.

4L Il Signore verrà certamente come il lampo improvviso che guizza da un estremo all’altro del cielo. C’è il pericolo di assopirsi nella lunga attesa, nella lunga notte della vita; cioè di lasciar affievolire la lampada della nostra fede e della nostra speranza. Anche perché la notte è segnata da prove che a volte fan perdere fiducia in un Dio che si presenta come Padre e Sposo. Allora il primo senso di “Vegliate!” è rifornirsi dell’olio della conoscenza perché Dio sia stampato in noi come un assoluto affidabile anche nei momenti di prova.

5L L’idea della porta chiusa in faccia e di quella parola “Non vi conosco”, richiama un altro senso della vigilanza. Gesù disse: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti diranno in quel giorno: Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità”(Mt 7,21-23).

6L La vigilanza è costruire sulla roccia sicura non del dire ma del fare, di “chi ascolta le mie parole e le mette in pratica” (cfr. Mt 7,24-27). Le vergini che sono corse all’ultimo momento a prendere l’olio e sono state chiuse fuori, il giudizio di Dio non farà che sancire quello che abbiamo scelto noi. E non si potrà andare in cerca dell’olio di altri: ciascuno è chiamato a rispondere della propria libertà e responsabilità. E’ il senso ultimo della libertà: quello di decidere appunto il proprio destino. Anche Dio non può farci niente.  

Adorazione silenziosa – Canto – segno: Mt. 26, 40-41 E disse a Pietro: ‘Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole’”. (Matteo 26, 40-41). Corona e lampade

 

Tutti: Prendi, o Signore, questo mio cuore pieno di speranze, e rendilo paziente nell’aspettare. Prendi ogni mio pensiero perché impari a cercare la verità, libero dall’errore. Prendi la mia gioiosa volontà di vita, accendila di fede, di speranza, di amore, perché io sia pronto per il mio domani. Rendimi degno di partecipare al tuo banchetto e fa’ che alimenti l’olio della mia lampada, perché non si estingua nell’attesa, per essere pronto quando tu verrai a correrti incontro, per entrare con te alla festa nuziale.

Canto: Tantum Ergo Tantum ergo Sacramentum Veneremur cernui Et antiquum documentum Novo cedat ritui Praestet fides supplementum Sensuum defectui. Genitori Genitoque Laus et jubilatio Salus, honor, virtus quoque Sit et benedictio. Procedenti ab utroque Compar sit laudatio.

V Hai dato loro il pane disceso dal cielo. R Che porta con sé ogni dolcezza.

Preghiamo: Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo corpo e del tuo sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Acclamazioni: Dio sia benedetto. Benedetto il Suo Santo Nome. Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo. Benedetto il Nome di Gesù. Benedetto il suo Sacratissimo Cuore. Benedetto il suo Preziosissimo Sangue. Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell’altare. Benedetto lo Spirito Santo Paraclito. Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.  Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione. Benedetta la sua gloriosa Assunzione. Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre. Benedetto San Giuseppe suo castissimo sposo. Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.

Canto – Si distribuiscono frasi del vangelo da meditare e mettere in pratica.

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